Le tecniche di psicoanalisi, presentano delle critiche della stessa, che risalgono agli anni 90. Vanno ad analizzare, quelle che sono delle perplessità dell’approccio psicoanalitico, che sono state evidenziate come delle criticità.
I punti che sono evidenziati
Una di quelle che sono le perplessità, che portano alla critica della psicoanalisi, stanno nel fatto che si creda, che il terapeuta, cerchi di identificare, quello che è il caso sin da subito. Si dice infatti, che le analisi vengono fatte molto precocemente, adattando quello che è il caso specifico, alla teoria, con significati, che spesso vengono scoperti, solo attraverso ipotesi. Alcuni confermano, che gli analisti trovando un fatto a loro noto e cataloghino fin da subito il caso.
Il processo di conduzione psicoanalitico, viene considerato come uno che si pone in se stesso, il tentativo di far comprendere al paziente, l’interpretazione iniziale. Ovviamente in questa fase, verrà richiesto di fare delle libere affermazioni, che secondo i critici, sono filtrate in maniera selettiva, in modo da applicarsi, a quella che è l’interpretazione dell’analista, anche se molto forzata. Dunque i processi successivi, diventano tendenziosi, andando a trascurare o non riconoscere, quelle che possono essere interpretazioni diverse.
Secondo la critica, se il paziente non comprende la filosofia dell’analista o non va ad accettare, quello che gli viene detto, è considerato come resistente. Questa sua attitudine, viene considerata, come una mancanza di comprensione del paziente, priva di legittimità.
I critici poi sostengono, che il terapeuta, creda di avere la consapevolezza, di poter comprendere, qualsiasi inconscio profondo, arrivando a trattare, quelle che sono le sue analisi, come fatti concreti, come se fosse la verità assoluta e stabilita scientificamente, quando invece questa, dovrebbe essere sempre messa in discussione.
Questo non si preoccupa dei materiali che vengono erogati dal paziente, anche se ci siano prove a sostegno della sua analisi, tendendo a pensare, sulla base della sua esperienza, usando teorie cliniche, considerate veritiere. Considerando il paziente, non come una persona capace di confermare, respingere e interpretare proposte, sulla base di ciò che sente.
In sintesi viene esposto che l’approccio della psicoanalisi classica è un procedimento di tipo meccanico, in cui tutto ciò che viene presentato e viene recepito, è interpretato in maniera meccanica, dando una teoria clinica già preesistente, convincendo quello che è l’assistito, che le sue affermazioni, si basano su questa. Se questo si rifiuta di accettarle, viene considerato come resistente, anche se questo e sinceramente portato a correggere gli errori dell’analista, portando lo stesso, ad utilizzare queste situazioni, per raggiungerei la diagnosi prevista.
Ci sono comunque, moltissimi fattori da considerare e rivolgersi a uno psicanalista di professione, sicuramente potrà tranquillizzarti sull’effettiva criticità di questi elementi. Uno di questi ad esempio, è il dottor Danilo Maffei, psicoanalista a Firenze, che presenta quello che un proprio sito internet, www.danilomaffei.it, nel quale potrai collegarti e richiedere delle sedute, o anche fare eventualmente domande, su quella che è la metodologia applicata, in questo genere di campo specifico, particolarmente importante.
Se dunque vuoi delle risposte, rivolgiti a del personale esperto, che saprà sicuramente darti, le dovute indicazioni, fornendoti quella che è la strada più adatta, a quella che è la tua singola circostanza, visto che a volte dalla critica stessa, si può arrivare a quelle che sono le migliori soluzioni.