I probiotici sono microrganismi non patogeni definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: “organismi vivi che, somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio alla salute dell’ospite”
L’assunzione dei cosiddetti “batteri buoni” promette molti benefici all’organismo, ma non tutti i microrganismi non sono uguali, e gli equivoci non mancano.
Ad esempio il più grande malinteso rigurda i batteri lattici: LAB, Lactic Acid Bacteria, rappresentati dai lactobacilli e dai bifidobatteri. Sono i più comuni microrganismi probiotici comunemente chiamati fermenti lattici e assunti insieme agli alimenti fermentati che li contengono.
Quello che nessuno sa o dice è che i due fermenti non svolgono alcun ruolo benefico per l’organismo umano, perché muoiono appena entrano in contatto con i succhi gastrici del nostro intestino.
Sono veri e propri probiotici solo quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.
Giuseppe Mele, presidente Paidòss, dichiara:
«Fare chiarezza è indispensabile perché, a fronte di centinaia di probiotici, sono pochi i batteri sui quali abbiamo certezze e indicazioni precise per l’uso clinico. Molti credono che basti la parola “probiotico” ad attestare la bontà di un integratore o di un qualsiasi altro prodotto, ma la faccenda non è così semplice: le conoscenze di medici e consumatori devono migliorare perché possano essere fatte scelte consapevoli e mirate».
Una recente ricerca italiana sembra dimostrare che la somministrazione di Lactobacillus reuterii in soggetti affetti da asma allergica, aumenti il livello di sostanze prodotte dal sistema immunitario che riducono così l’infiammazione, diminuendo contemporaneamente le sostanze che la promuovono.
M fino ad ora le uniche certezze di beneficio date dall’assunzione di probiotici è quella di riequilibrare la flora intestinale e prevenirne i disturbi.